Il violoncello piccolo nelle cantate di Bach
Quando mi sono avvicinata per la prima volta al Violoncello da Spalla, intorno al 2004, non ne avevo mai sentito parlare prima. Essendo io violista, ne ho parlato con tutto il mio entusiasmo ad un collega violoncellista ma quello che ho ottenuto è stata una risata in faccia. Proprio così! Che senso potrebbe avere? Goffo e con poco suono rispetto a un violoncello standard, perché qualcuno dovrebbe interessarsene? Dai, Bach è una cosa seria. Usagli rispetto.
Adesso mi vergogno di ammettere che per anni questo verdetto mi ha influenzato. Molto più tardi, quando mio marito decise che se non l'avessi fatto io (pur avendo acquistato il progetto originale di D. Badiarov), lo avrebbe fatto lui stesso, dimostrai ancora poco interesse. Poi è arrivato finalmente il giorno in cui ho dovuto provarlo. Non è stato solo divertente, ma è stato anche facile, sicuramente più facile della viola! Ma questa è la mia storia, torniamo a Bach.
Bach era così serio come lo vediamo di solito? Quando guardiamo attraverso gli occhi del nostro 21° secolo e la devozione che abbiamo per le sue opere, ci vuole un po' più di senso critico sulla sua vita e sui tempi per arrivare a vedere il vero uomo. Vedo alcuni aspetti importanti della sua personalità: era creativo, avido di sperimentazione musicale, curioso, usava tutti gli strumenti che poteva e che aveva a disposizione per trasmettere il suo messaggio. Era convinto che la musica fosse il modo per elevare il nostro spirito a Dio, o meglio, l'unico modo possibile che Dio avesse per comunicare con noi, ed era suo dovere mettere in pratica questa comunicazione.
La priorità di Bach nelle cantate non era il bel suono (soprattutto non quello che è il bel suono per noi oggi) o il virtuosismo in sé, ma consegnare un messaggio chiaro. In un'occasione, è arrivato al punto di usare una nota che è quasi impossibile da suonare nel bel mezzo di un bellissimo assolo di tromba per ricordare al pubblico che l'Uomo può davvero creare un'arte meravigliosa ma non raggiungere mai la perfezione assoluta.
Nelle parti del violoncello piccolo obbligato delle sue cantate, Bach ha scritto specificamente "piccolo", che significa piccolo. Non ha scritto "a cinque corde" come ha fatto nella sesta suite. Violoncello significava già violone piccolo, quindi perché enfatizzare ancora di più aggiungendo la parola piccolo? Questo potrebbe significare che voleva un violoncello particolarmente piccolo? Non ha menzionato le cinque corde qui, ma era abbastanza chiaro dalla scrittura che aveva un violoncello a cinque corde, accordato CGDAE. Era un caro amico del liutaio J. C. Hoffmann, quindi la possibilità che i violoncelli piccoli di Hoffmann siano esattamente ciò che intendeva per violoncello piccolo è molto alta, anche se non confermata da fonti contemporanee.
Ha usato il violoncello piccolo nelle sue cantate otto volte tra l'ottobre 1724 e il maggio 1725. In quattro di esse, la corda Do non è nemmeno utilizzata. In altri le note gravi sono usate in scale discendenti lente, non in passaggi virtuosistici, o, nelle cadenze gravi il continuo raddoppia le stesse note. Molto probabilmente, le due corde inferiori non si comportavano come quelle superiori, cosa che, tra l'altro, accade di solito anche nei violoncelli più grandi quando si utilizzano corde di budello puro o bassi filati con tecnologie antiche, cioè senza utilizzare materiali moderni o a filo piatto. Probabilmente erano piuttosto goffi.
Perché mai Bach avrebbe voluto usare uno strumento così goffo?
Beh. Non esageriamo. Strumento goffo fino ad un certo punto! La voce di un violoncello così piccolo sul registro acuto non è affatto goffa. È agile come un violino e ha una voce chiara e penetrante. È, guardando con più attenzione, il vero strumento di mezzo tra alti e bassi, avendo tutto ciò che caratterizza entrambe le tipologie.
Bach lo usa nelle arie in cui avviene una comunicazione tra la natura terrena e quella divina. Possibile che gli piacesse l'idea di uno strumento che fosse un ponte tra i due mondi ma che allo stesso tempo mostrasse le difficoltà della comunicazione, visto che non sarà mai celeste come un violino o terreno come un violone? Uno strumento dalla chiara voce cristallina che viene rallentato da goffi bassi terreni?
Questi pensieri sono stati ispirati dal lavoro di Koji Otsuki. Se desideri informazioni e dettagli su come Bach gestisce il Violoncello piccolo nelle parti obbligate delle sue cantate, puoi trovarli al seguente link:
Aggiornamenti dal nostro laboratorio
Qui a Meltina c'è molto da fare, anche se sembra poco per condividere.
Alessandro è molto impegnato in Laboratorio. Sta andando avanti con il nuovo violoncello da spalla ed anche il violino è al suo colore definitivo; ha solo bisogno di un'ultima mano di vernice per essere ben protetto.
Da parte mia sto preparando una presentazione sul Wagner che avverrà tra un paio di settimane a Bolzano. La prossima settimana condividerò un video che lo riproduce, quindi restate sintonizzati!
Video in evidenza della settimana
Godetevi la Cantata BWV 85 eseguita da Sigiswald Kuijken. Probabilmente la più impegnativa tra le parti di violoncello piccolo obbligato. Qui Bach mostra fiducia in uno strumento ben sistemato e una corda di Sol performante. La corda Do non viene usata. Qui infatti vedete uno strumento a quattro corde accordato GDAE.